La Rabbia e la Paura

Il corpo rivela la storia dolorosa della vita di un individuo attraverso le scissioni che separano i più importanti segmenti corporei: la testa dal tronco, il bacino dal torace.

L’integrità della personalità non può essere restaurata solo con sentimenti teneri come il pianto.

L’emozione che guarisce è la rabbia.

Tutti possediamo rabbia repressa, nella misura in cui da bambini non abbiamo avuto l’opportunità di esprimerla, e questo è tanto presente nella storia di molti individui.

I sentimenti negativi dovranno trovare espressione nelle sedute di counseling, uno spazio sicuro perché il corpo recuperi la sua vitalità e la sua unità.

Occorre superare per gradi le difficoltà a esprimere la rabbia in modo efficace e appropriato; in mancanza della capacita di esprimere la rabbia adeguatamente, le persone con difficoltà di autoaffermazione nella vita saranno vittima o carnefice.

La rabbia è un’emozione presente nella vita di tutte le creature viventi, indispensabile per proteggere l’integrità fisica e psicologica dell’organismo.

In sua assenza si è indifesi contro gli attacchi dell’ambiente.

I cuccioli delle specie più evolute non sono in grado di esprimere la rabbia perché non possiedono ancora la coordinazione motoria necessaria, in particolare il cucciolo d’uomo, che necessita di un lungo periodo in età evolutiva per conquistare questa capacità.

Tuttavia, nei primi periodi di vita, il bambino morde con le gengive il capezzolo della madre per evitare che possa essere ritirato dalla sua bocca.

Si tratta di una forma antica di espressione rabbiosa.

Mordere è chiaramente un’espressione di rabbia, come molte mamme sanno.

Crescendo il bambino migliora la sua coordinazione motoria e così aumenta anche la sua capacità di esprimere la rabbia.

Sia la rabbia che la paura appartengono entrambe a quelle che vengono definite emozioni di emergenza: attivano il sistema simpatico-surrenale in modo da fornire un surplus di energie, necessario a lottare o a fuggire.

Davanti ad uno stimolo pericoloso il sistema muscolare si carica e si attiva in vista dell’azione.

A seconda delle situazioni possiamo attaccare la fonte del dolore o ritirarci e fuggire dal pericolo.

Le due emozioni si manifestano nel corpo in modo opposto:

Il movimento all’insù lungo la schiena, lo stesso che fa drizzare il pelo ai molti animali, unito al movimento in avanti della testa e alla contrazione verso il basso delle spalle, rappresenta la preparazione a un assalto;

il movimento in giù, come nel cane con la coda in mezzo alle zampe e con l’anca retroversa, allontanando la testa e il torace dalla fonte di pericolo, rappresenta la preparazione alla fuga.

Esprimere la rabbia scioglie la paura, come esprimere il pianto scioglie la tristezza.

La rabbia è una reazione naturale alla sofferenza e al dolore, come quello provocato da una profonda ingiustizia, serve a sostenere l’integrità di un individuo in condizioni particolari.

Nel bambino, se la rabbia non è in grado di proteggere il piccolo nella sua integrità, gli rimarrà solo il pianto come espressione.

Si troverà indifeso contro situazioni traumatiche.

Dovrà retrocedere, infatti la rabbia è una funzione aggressiva che significa andare verso, l’opposto della regressione, che significa appunto retrocedere.

In psicologia la rabbia è l’opposto della passività, un atteggiamento che immobilizza.

Possiamo andare verso un’altra persona per amore o per rabbia, sono entrambe azioni aggressive e positive per l’individuo.

Non ci arrabbiamo con persone che non sono importanti per noi o che non ci hanno provocato dolore.

La rabbia diretta verso persone significative è funzionale al movimento per ristabilire una relazione positiva.

Dopo un litigio con una persona che amiamo, quando segue un autentico confronto riguardo le rispettive sofferenze, si recuperano i sentimenti positivi.

Wilhelm Reich, nel 1945 (Lowen 1994) affermò che la personalità nevrotica si sviluppa solo quando è bloccata la capacità nel bambino di esprimere rabbia nel momento in cui la sua personalità subisce un attacco.

Se un individuo non è in grado di arrabbiarsi, si blocca in una posizione di paura.

Rabbia e paura sono due emozioni antitetiche, quando si è arrabbiati non si è spaventati e viceversa. Quando una persona è molto spaventata si può supporre che nella sua personalità sia presente una quantità uguale di rabbia potenziale repressa.

L’infelicità dell’uomo dipende semplicemente da quello che facciamo subire ai bambini: tutti i sistemi educativi inventati dal super-Io finiscono per frantumare la personalità del bambino, rendendo poi impossibile la spontaneità nell’adulto.

Il bambino è obbligato dalla repressione esercitata dagli adulti a maltrattare il suo essere più profondo, diventando così infelice.

Grazie ai trattamenti esperienziali proposti (Tantra, Ipnosi, Riequilibrio energetico, Kinesiologia applicata), quando la rabbia e la paura riaffiorano e si scarica tutta questa sofferenza, la persona può tornare a essere felice e a riprovare l’onda oceanica.